Tipi di contratti di lavoro: quali sono e come riconoscerli al meglio
Sei alla ricerca di informazioni sui tipi di contratti di lavoro esistenti?
In questa guida troverai una panoramica sui nuovi contratti di lavoro previsti dal nostro ordinamento, con un approfondimento sulle caratteristiche e le peculiarità di ciascun accordo.
Un contratto di lavoro, nel diritto del lavoro italiano, è un tipo di contratto, regolato giuridicamente, stipulato tra un datore di lavoro (persona fisica, giuridica o ente dotato di soggettività) e un lavoratore, necessariamente persona fisica per la costituzione di un rapporto di lavoro.
Per sapere quali sono i tipi di contratti di lavoro contemplati nel nostro ordinamento, continua nella lettura: ecco tutte le informazioni che ti serviranno per valutare ogni aspetto di ciascun contratto.
Quello che devi sapere sui contratti di lavoro
Dal contratto di lavoro a tempo indeterminato ai contratti di lavoro a chiamata, ecco un approfondimento dei tipi di contratti di lavoro definiti dalla legge italiana.
Cos’è un contratto di lavoro?
Prima di parlare delle tipologie principali di contratto di lavoro, cerchiamo di dare una definizione di questo strumento e dei soggetti coinvolti nella stipula.
Per il nostro Codice Civile, il contratto è un accordo che viene stipulato fra un datore di lavoro (che può essere una persona fisica, giuridica o un ente) e un lavoratore (esclusivamente persona fisica) e mira a costituire un rapporto di lavoro. Nel contratto devono necessariamente figurare:
- Le parti, ossia coloro che si impegnano a stipulare l’accordo;
- La causa, che in questo caso è lo scambio di prestazioni professionali in cambio di retribuzione;
- L’oggetto.
Vediamo ora le caratteristiche dei principali tipi di contratti di lavoro con cui avrai a che fare dopo il conseguimento della laurea.
Cos’è il CCNL
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) è la fonte normativa attraverso cui le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro (o un singolo datore) definiscono concordemente le regole che disciplinano il rapporto di lavoro.
Questo documento si compone di due elementi:
- Una parte normativa, che contiene tabelle retributive e regole fondamentali del rapporto di lavoro come orari, permessi e ferie;
- Una parte obbligatoria, che fa riferimento alle regole che andranno a disciplinare i futuri rapporti tra le controparti (collettive) del contratto, ossia sindacati e le associazioni di imprenditori firmatarie dello stesso.
Il CCNL ha generalmente durata quadriennale per la parte normativa e biennale per quella retributiva.
La dinamica salariale prevista nelle tabelle retributive deve tener conto dell’inflazione programmata, così da cercare d’impedire la perdita del potere d’acquisto del salario dei lavoratori.
Forme degli accordi di lavoro
Prima di vedere i tipi di contratti di lavoro, vediamo brevemente quali possono essere le forme degli accordi di lavoro e in cosa si distinguono:
- Lavoro subordinato: questo è l’accordo standard formulato nella disciplina giuridica del lavoro, in cui un datore assume un lavoratore che presta il proprio lavoro intellettuale o fisico in cambio di una retribuzione. Sono esempi di lavoro subordinato i contratti a tempo determinato e indeterminato;
- Lavoro parasubordinato: questa forma di lavoro è una sorta di ibrido tra il lavoro subordinato e quello autonomo. In questo frangente, il collaboratore presta la sua attività a beneficio del datore senza essere direttamente suo dipendente, ma sottostando alle sue direttive circa la modalità;
- Lavoro autonomo: in questa forma di accordo, il lavoratore è legato al datore di lavoro solamente dal raggiungimento di un fine. Ne sono esempi i liberi professionisti e coloro che lavorano con ritenuta d’acconto occasionale.
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Nuovi (e vecchi) contratti di lavoro
Tutto ciò che riguarda il lavoro è disciplinato, in Italia, dal Codice Civile e da alcune leggi speciali, come ad esempio il Job Act 2016.
Vediamo ora una panoramica dei più diffusi contratti di lavoro in Italia.
Contratto di lavoro a tempo determinato
Il contratto a tempo determinato è un contratto da lavoro dipendente o subordinato che prevede una data di inizio e una di fine.
Secondo la legge, i termini di scadenza del contratto devono essere necessariamente messi per iscritto; infatti, se non è presente la scadenza, il contratto di lavoro non è in grado di esercitare i suoi effetti.
Dopo il Jobs Act, inoltre, non è più necessario indicare la causale per cui si assume, cosa che invece avveniva prima.
La durata massima di questo tipo di contratto è di 36 mesi, durante i quali si può prorogare il contratto iniziale per un massimo di 5 volte.
Contratto di lavoro a tempo indeterminato
Il contratto a tempo indeterminato è una forma di contratto lavorativo subordinato che non prevede una scadenza. È possibile che il contratto individuale, per alcune informazioni, rimandi al contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) di riferimento.
Visto che questa forma contrattuale non ha scadenza, se il lavoratore vuole recedere deve presentare atto di dimissioni. Dal canto suo, il datore di lavoro può licenziare per giusta causa o per giustificato motivo.
Contratto di lavoro apprendistato
In questa forma contrattuale è prevista, oltre alla retribuzione, la formazione prevista nel Piano Formativo Individuale dell’apprendista. Si tratta di un rapporto subordinato a tempo indeterminato, volto a incentivare l’inserimento lavorativo di giovani dai 15 ai 29 anni.
Contratto di lavoro part time
Il contratto di lavoro part time prevede l’impiego del lavoratore per un periodo di tempo ridotto, inferiore all’orario canonico di lavoro.
Il regime a tempo parziale viene utilizzato dalle aziende principalmente per risolvere situazioni lavorative che non richiedono il pieno impegno del lavoratore, oppure per quei lavori che devono essere svolti solo in alcuni periodi dell’anno.
Ovviamente, il lavoratore gode degli stessi diritti doveri di un lavoratore full time e lo stipendio viene calcolato in proporzione al monte ore.
Contratti di lavoro a chiamata
Nel contratto di lavoro a chiamata, il datore di lavoro può richiedere una prestazione professionale saltuaria, legata alle sue particolari necessità.
Per la legge, il datore di lavoro può chiamare il lavoratore all’occorrenza per un massimo di 400 giornate nell’arco di 3 anni.
Contratto di somministrazione
Il contratto di somministrazione di lavoro è un particolare contratto di lavoro subordinato che implica la presenza di tre soggetti:
- Il somministratore (un soggetto autorizzato come le agenzie di somministrazione),
- L’utilizzatore,
- Il lavoratore.
La peculiarità di questo contratto consiste nell’assunzione del lavoratore da parte del somministratore, che può essere un’agenzia di somministrazione, ma la fruizione del servizio spetta all’utilizzatore.
Praticantato, stage e tirocini
Se sei uno studente e/o un lavoratore alle prime armi, ti sarai sicuramente imbattuto in queste forme contrattuali.
Con il termine tirocinio o stage indichiamo un’esperienza presso un ente, pubblico o privato, di durata molto variabile, allo scopo principale di apprendimento e formazione, generalmente finalizzata ad entrare nella prima volta nel mercato del lavoro.
Il praticantato, invece, è una forma di tirocinio obbligatorio che preannuncia l’abilitazione ad una libera professione, come ad esempio l’avvocatura.
Prestazioni occasionali
Si definiscono prestazioni occasionali tutte quelle attività lavorative che danno luogo nel corso dell’anno civile a compensi limitati:
- Non superiori a 5.000 € per ciascun prestatore con riferimento alla totalità degli utilizzatori;
- Non superiori a 5.000 € per ciascun utilizzatore con riferimento alla totalità dei prestatori;
- Non superiori a 2.500 € per ciascun prestatore a favore del medesimo utilizzatore.
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Siamo certi che, grazie ai consigli dell’Università Niccolò Cusano, saprai cogliere l’opportunità più adatta alla tua crescita professionale e al tuo sviluppo nel mondo del lavoro.